Il giovane travolto da un pirata tornerà presto a casa dove lo attende
la mamma e le sorelle
JALLOW BANNA, SCAMPATO DALLA GUERRA
IN GAMBIA PER MORIRE A 19 ANNI
SULLA S.S.106
La tragedia il 14 giugno, l’investitore è stato
arrestato per omicidio stradale.
Studio 3A assiste i familiari del profugo e ha
organizzato il rimpatrio della salma
Sarà rimpatriata
nei prossimi giorni nel suo Paese per il funerale e per darle degna sepoltura la salma dell’appena 19enne Jallow Banna,
scampato al dramma della guerra civile
in Gambia per trovare la morte in
Italia, a Corigliano Calabro,
sulla “solita” Statale 106, investito da un pirata della strada che
lo ha lasciato agonizzante sull’asfalto, e per di più su di un’auto non assicurata. Una tragica
vicenda che ha commosso e, al tempo stesso, indignato tutti quella del giovane profugo, e di cui si farà
carico Studio 3A, società
specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in
ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, e partner
legale dell’Associazione Basta Vittime Sulla
Strada Statale 106.
Il terribile incidente è successo il 14 giugno, alle 21.30, all’altezza del
km 16 della “strada della morte”, nel territorio del comune di Corigliano Calabro, dove il gambiano era ospite in una struttura di accoglienza.
Il ragazzo procedeva in sella ad una
bici quand’è stato tamponato da
quella che si sarebbe poi scoperto essere un’Alfa Romeo 147 condotta da Rosario
Docimo, 23 anni, di Corigliano Rossano: un impatto
tremendo. Il 19enne è stato investito dal lato anteriore destro della vettura,
è stato sbalzato sul parabrezza e ha impattato anche contro la portiera destra,
rovinando esanime sull’asfalto: troppo gravi i traumi riportati, è deceduto poche ore dopo il ricovero all’ospedale di Rossano Calabro.
Anziché fermarsi a prestargli soccorso, però,
l’investitore è fuggito lasciandolo
morente sul ciglio della strada. Sono stati i carabinieri di Corigliano Calabro, i primi a intervenire sul
posto e a soccorrere Banna, a rintracciare
dopo sole 24 ore l’auto pirata grazie a un tenace lavoro di ricerca
partendo dalla campionatura di alcune parti della carrozzeria staccatesi con il
colpo e ritrovate in loco. I militari sono
risaliti al proprietario, il padre del ventitreenne, e quindi al figlio, che
usava abitualmente la vettura e che è subito crollato, ammettendo le sue responsabilità e anche tutte le operazioni messe in atto per coprire il misfatto, con l’aiuto della compagna e del fratello.
I quali, oltre ad avergli fatto nascondere la macchina, risultata puntualmente distrutta nella parte anteriore destra e con
ancora le tracce di sangue: dovranno
rispondere a loro volta di omissione di soccorso.
Docimo, che peraltro aveva già precedenti specifici per reati in
materia di Codice della Strada, oltre che contro la persona e il patrimonio, è
stato arrestato con le pesanti accuse di
omicidio stradale e omissione di soccorso, su disposizione del Pubblico Ministero della Procura di
Castrovillari, dott.ssa Angela
Continisio, che coordina le indagini e che ha subito aperto un procedimento
penale a carico dell’investitore, ordinando anche l’autopsia sulla salma di
Banna.
Davvero una gran brutta pagina che ha colpito
tutta la comunità, a cominciare dagli altri profughi e dagli operatori del centro
di accoglienza. E sono stati proprio uno dei responsabili della struttura e un
cugino della vittima, che opera come mediatore culturale, a chiedere a Studio 3A, tramite il consulente
personale Luigi Cisonna, di
occuparsi del caso e di assistere i
familiari del giovane, che ha un fratello in Italia, mentre la mamma e le
sorelle vivono in Gambia. Studio 3A, attraverso un avvocato con cui collabora
da vicino, seguirà tutte le fasi del procedimento penale e si batterà anche per
ottenere un equo risarcimento per i familiari di Jallow Banna per la grave perdita subita: un’impresa
complicata dal fatto che la vettura non è assicurata e che ci si dovrà rapportare con le procedure
notoriamente “estenuanti” del Fondo Vittime della strada.
Tuttavia, come prima azione, Studio 3A,
grazie anche all’aiuto del consolato del
Gambia in Italia, ha recuperato tutta la documentazione necessaria dei
familiari del ragazzo che vivono nel Paese africano e ha organizzato e finanziato il rimpatrio della salma del ragazzo,
che era a disposizione già da un paio di settimane all’obitorio dell’ospedale
di Corigliano e che nei prossimi giorni
potrà finalmente fare ritorno nella sua terra natale per ricevere l’ultimo saluto e per riposare in pace. Ma in attesa di una giustizia che dovrà
essere esemplare.
In riferimento al rimpatrio della salma l’Associazione
“Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ha espresso grande apprezzamento: ora la mamma di Jallow Banna e le amate
sorelle potranno riavere il corpo del ragazzo che dalla sua morte ha
determinato l’inizio di un calvario di dolore in questa Famiglia già piena di
grandi difficoltà. La scelta di Studio 3A, infine, secondo l’Associazione, sotto
il profilo umano e non solo, è meritevole e degna di nota ma concorre anche a
rendere più apprezzato il rapporto di partnership ormai instaurato con questa
realtà che opera – come di evince da questo caso – con finalità ed intendi
virtuosi.
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