LA S.S.106 È TRA LE RAGIONI DEL
FALLIMENTO POLITICO DEL M5S
di Fabio Pugliese
Presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla
Strada Statale 106”
Il progetto del Megalotto 3 della
Nuova S.S.106 da Sibari a Roseto Capo Spulico è stato definitivamente approvato
grazie a due delibere CIPE:
quella dell’agosto del 2017 (firmata Governo Renzi), che ne approva il primo
lotto funzionale e l’ultima delibera CIPE del 28 febbraio (firmata Governo
Gentiloni), che ne approva il secondo lotto funzionale e ne finanzia l’intera
Opera.
Si
tratta di 1.335 milioni di euro che il Governo Lega-M5S ha confermato e che il
Ministro Toninelli ha definitivamente garantito e che oggi, ancora non è stato
avviato, per problemi a tutti noti e certamente ascrivibili al Contraente Generale
ma anche e, soprattutto, per
l’incapacità assoluta e conclamata dei 4 parlamentari Abate, Sapia, Forciniti e
Scutellà del territorio più uno: Nicola Morra.
Questi
ultimi, infatti, sono responsabili di aver pubblicamente dichiarato di essere
contrari al progetto (dal momento che pretendevano modifiche assurde,
impossibili e nocive condivise, caso strano, solo dai proprietari terrieri e
dai “Turisti di Ferrara”), ma sono responsabili in particolare della loro
incapacità di seguire i processi legati all’Opera: una infrastruttura strategica che oggi sarebbe certamente già
partita se loro fossero stati interessati ed avessero davvero avuto a cuore
questo processo.
Più
volte l’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ha cercato invano di colloquiare
con questi politici impreparati del M5S locale ricavandone solo porte chiuse sbattute
in faccia. Eppure l’obiettivo era alto: cercare
di aiutarli nel merito di un problema che ignorano e che continuano a non
conoscere nella sua complessità.
Giulio
Andreotti diceva che “a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si
azzecca”. Se volessi essere malizioso potrei dire che dietro le posizioni di
questi parlamentari evidentemente si nascondono i “Turisti di Ferrara” e,
certamente, non per fini nobili e legati all’interesse generale. Però siccome
non posso non essere buon dirò solo che sicuramente le posizioni fin qui
assunte dai parlamentari del M5S del territorio sono dovute ad una statura culturale, politica ed in qualche caso,
anche morale, che è prossima allo zero.
L’altro
aspetto inquietante è quello legato all’incapacità di comprendere quanto
l’azione dell’Associazione, sempre palesemente proiettata nell’interesse della
collettività, avrebbe comportato, se da loro condivisa, un merito politico
indiscusso che oggi pagano nel fallimento
politico conclamato che è sotto gli occhi di tutti e che è caratterizzato della
loro insipienza e presunzione politica.
Il
fallimento è sotto gli occhi di tutti dicevo: su 137 comuni al voto il M5S in
Calabria riesce appena ad essere presente in 7 comuni
con un proprio candidato Sindaco. Di questi più della metà saranno sonoramente
bocciati nella prossima consultazione elettorale. Non entro nel merito, invece, di quanto accaduto a Corigliano
Rossano: perché qui ciò che è accaduto è più torbido di ciò che si possa anche
lontanamente immaginare e nei prossimi mesi ciò che affermo sarà chiaro a
tutti….
C’è
di più: attivisti del M5S, come Dalila Di Lazzaro nella sua Rocca Imperiale non
riescono a fare una lista. Cito lei perché mi è rimasta impressa (ma purtroppo
non è la sola), poichè nei mesi scorsi su facebook ammoniva, di notte e di
giorno a qualsiasi ora, che la
maggioranza dei cittadini dell’alto jonio cosentino erano contrari all’ammodernamento
della S.S.106.
Rocca
Imperiale non è un caso isolato: nell’alto
jonio il M5S non riesce a presentare una lista a Roseto Capo Spulico,
Montegiordano, Cerchiara di Calabria, Alessandria del Carretto, Oriolo e
Nocara. Ci riesce solo a Villapiana: una lista incompleta (manca di un
quarto dei componenti), e che non ha alcuna speranza di vincere e di governare
la città. Un disastro tale da far pensare, con un po’ di buon senso e di realtà,
che tra un anno, alle regionali, come
sempre non riusciranno ad ottenere, per l’ennesima volta, neanche un
consigliere regionale eletto.
In
questo quadro chiarissimo che anticipa una sconfitta senza precedenti per una
forza politica che solo un anno fa nel territorio raccoglieva un consenso mai
raggiunto nel passato neanche dalla più forte Democrazia Cristiana o dal
migliore Partito Comunista Italiano c’è
solo una speranza: che dalla lezione che hanno già preso questi capiscano cosa
significa far politica.
In
questo senso sarebbe auspicabile che ogni qual volta i cittadini cercano di aiutarli
possa esserci da parte loro disponibilità all’ascolto e non chiusura categorica
e precostituita. Allo stesso modo c’è
da sperare che ogni qual volta riceveranno una critica su questa riescano a
riflettere evitando, invece, di sostenere che a criticarli è necessariamente
“un mafioso, un corrotto oppure uno del Pd”.
Infine,
c’è da sperare soprattutto che si avveri la più importante delle condizioni: che chiedano scusa.
Perché senza un atto di umiltà
resteranno per sempre sconfitti e contenti nel fallimento politico in cui oggi
hanno “chiuso” il M5S.
29 Aprile 2019
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