LA PROCURA
CHIEDE IL PROCESSO PER L’AUTOMOBILISTA CHE HA CAUSATO L’INCIDENTE SULLA SS106
IN CUI HA PERSO LA VITA ANTONIO CALIGIURI
Pesanti le violazioni e le responsabilità
ascritte dal Pm all’indagata:
udienza preliminare, il 17 marzo. Il
sinistro risale al 24 maggio 2018
COMUNICATO STAMPA
Inizierà il 17 marzo 2020 il processo
per la tragica ed ennesima morte sulla Statale 106 di Antonio
Caligiuri. A conclusione delle indagini preliminari, il Pubblico
Ministero della Procura di Castrovillari, dott. Antonino Iannotta,
ha chiesto il rinvio a giudizio per R. C., la 57enne di Corigliano
Rossano accusata di omicidio stradale per aver causato il terribile incidente
di cui è rimasto vittima il 64enne di Crosia, nel Cosentino. E il Gip
del Tribunale di Castrovillari, dott. Luca Colitta, in relazione alla
richiesta ha fissato l’udienza preliminare appunto per il 17 marzo alle
9.30.
Il sinistro, successo il 24 maggio 2018,
aveva destato vasta eco, anche perché Caligiuri, noto imprenditore della
zona, sosteneva l’Associazione “Basta Vittime sulla Strada Statale 106”
che si batte da anni proprio per ammodernare e mettere in sicurezza una delle
arterie più pericolosa d’Italia e per ridurre il suo pesante tributo di sangue
che nel 2019 dal momento che le vittime, finora, sono state dieci nel
tratto calabrese.
L’incidente si era verificato in Contrada
Amarelli, nel comune di Corigliano Rossano, appunto sulla SS106
radd. tra il chilometro 4 e 5. La vittima, verso le 13, stava procedendo in
direzione di marcia Sibari-Crotone con il suo Fiat Scudo quand’è
stato travolto dalla Volkswagen Tiguan condotta da R. C., che gli
ha tagliato la strada con una scriteriata inversione a “U”: il
violento impatto con il fuoristrada, proprio nella parte anteriore sinistra
del furgone, quello lato guida, non la lasciato scampo a Caligiuri.
Trasportato in condizioni disperate
all’ospedale con fratture costali multiple, la frattura dello sterno e del
femore in un quadro politraumatico molto delicato, dopo quasi un mese di
agonia, il 18 giugno 2018, il 64enne è spirato, lasciando nella
disperazione i suoi cari: la moglie Rita, i figli Leonardo e Carmela e gli
amati nipoti i quali, per fare piena luce sull’incidente e ottenere giustizia,
attraverso il consulente personale Luigi Cisonna, si sono affidati a Studio
3A-Valore Spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento
danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che segue diversi altri gravi
incidenti occorsi sulla 106 e collabora da tempo con l’Associazione Basta
Vittime.
La Procura di Castrovillari, sulla
scorta dei verbali della Polizia Stradale di Rossano che ha effettuato i
rilievi, per il tramite del Pm dott. Iannotta, ha aperto un procedimento
penale e iscritto nel registro degli indagati l’automobilista, inizialmente
per il reato di lesioni stradali gravissime e poi di omicidio
stradale. E, a conclusione delle indagini preliminari, il Sostituto
Procuratore ne ha chiesto il rinvio a giudizio perché, si legge nell’atto, “in
qualità di conducente del veicolo Volkswagen Tiguan, proveniente da via Epiro,
senza concedere la precedenza all’autocarro Scudo che percorreva la SS 106
Jonica in direzione di marcia Sibari-Crotone, eseguiva una manovra vietata di
svolta a sinistra impegnando la carreggiata stradale con l’intento di
immettersi sulla SS 106 Jonica Radd. verso Taranto, così cagionando per colpa
ala morte di Antonio Caligiuri conducente dell’autocarro”.
Più in particolare, la Procura imputa
all’automobilista di “aver eseguito la manovra di svolta a sinistra, partendo
dall’ampio spazio posto oltre il margine destro della carreggiata, in
violazione della segnaletica stradale verticale e orizzontale presente (il
segnale di obbligo di svoltare a destra e la linea continua di mezzeria) e di
aver impegnato la carreggiata stradale senza prima assicurarsi di poter
effettuare la manovra vietata di svolta a sinistra senza creare pericolo o
intralcio agli altri utenti della strada, non tenendo conto della posizione,
della distanza e della direzione di marcia dell’autocarro Fiat Scudo”,
provocando in tal modo la fatale “collisione
tra la parte anteriore sinistra dell’autovettura da lei condotta e la parte
anteriore sinistra dell’autocarro”. Il 17 marzo inizierà dunque un processo
da cui i congiunti di Caligiuri e Studio3A si aspettano giustizia.
Così come l’Associazione Basta Vittime che –
attraverso il suo Presidente Fabio Pugliese – ha dichiarato di avere “grande fiducia nella Magistratura e nella
Giustizia che certamente faranno quanto devono. Sia io che l’Associazione –
conclude Pugliese – non smetteremo mai
di ricordare a tutti che sulla S.S.106 occorre stare attenti, rispettare le
regole del codice della strada e, soprattutto, occorre ricordare che un nostro
sbaglio può essere letale per la nostra vita oppure per quella degli altri”.
Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – 3 Ottobre 2019
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