In questi ultimi giorni assistiamo con grande soddisfazione alle ormai
pubblicazioni della Direzione Generale di Anas Spa che avviano le operazione
preliminari dell’ormai definitivamente approvata realizzazione della nuova S.S.106
che collegherà Sibari fino alla già ammodernata Montegiordano – Taranto.
Solo i più disattenti non capiscono la straordinaria importanza di
quest’opera: la S.S.106
ammodernata fino a Sibari crea quelle condizioni necessarie e sufficienti per
poter pretendere l’ammodernamento anche a Sud di Sibari prima impensabile per
uno Stato che chiaramente e, giustamente, non ha mai inteso ammodernare la S.S.106 a macchia di leopardo.
In questo contesto straordinario grandi attese sono riposte nella
fusione Corigliano Calabro – Rossano. È chiaro ed evidente che sarà molto più
semplice ottenere il finanziamento della Sibari – Cariati per i vari comuni se
a guidarli è un capofila con 80.000 abitanti ed una estensione territoriale che
sarà attraversata da circa un terzo dell’intero percorso della nuova
infrastruttura.
Per questa ragione l’Associazione è fortemente preoccupata dalle
recenti posizioni sulla fusione tra Corigliano e Rossano. Siamo convinti,
inoltre, che seppure la legge elettorale possa avere dei limiti (la perfezione
non esiste), questi ormai sono sulla carta, com’è sulla carta, l’impegno dei
due consigli comunali a richiedere il referendum che ormai è stato ottenuto ed
è previsto il prossimo 22 ottobre.
Se i cittadini di Corigliano Calabro e Rossano riterranno questa legge
elettorale inadeguata e carente, se riterranno la proposta di unire le due
città inopportuna ed inutile, se riterranno più semplicemente restare rossanesi
e coriglianesi, il 22 ottobre voteranno al referendum con il “no”, facendo
capire a quanti sono per il “si” che non hanno gradito procedure, legge
elettorale e contenuti da loro proposti.
Revocare, invece, la delibera sulla fusione così come tentare
attraverso il TAR oppure una qualsiasi altra via la possibilità di impedire al
popolo di scegliere le proprie sorti è la decisione di colpire un territorio
che vede Rossano mai quanto oggi fortemente indebolita e Corigliano Calabro –
proprio grazie a questa scelta – pronta ad intraprendere una strada che nei
prossimi anni la porterà nelle medesime condizioni della città bizantina se non
peggio.
Quanti si dichiarano favorevoli alla fusione tra la città bizantina e
quella ausonica ma non alle regole attuali lasciano l’Associazione senza
parole: non c’è traccia alcuna di un lavoro che li ha visti partecipi quando le
regole si stavano scrivendo. Anche per questa ragione non stupisce che questi
finti favorevoli siano oggi impegnati solo a fermare il referendum del 22
ottobre e, quindi, ogni processo di fusione definitivamente.
In ultimo l’Associazione plaude alla proposta dell’On. Giovanni Dima
sulla ZES che potrebbe valorizzare tutto il territorio soprattutto se
consideriamo che tra qualche anno il Porto di Corigliano sarà fornito da una
nuova S.S.106 (già da Sibari), che permetterà alle merci (e non solo), di
collegarsi subito al corridoio adriatico per approdare con grande facilità in
Europa.
Anche qui, però, colpisce l’incapacità di comprendere quanto la fusione
tra Corigliano e Rossano possa rendere più facile, reale ed immediata la
nascita della ZES nel nostro territorio di quanto possa renderla la fusione
utopica di Rossano con Corigliano e Cassano all’Ionio atteso che è chiaro ed
evidente a tutti – tranne a chi è specializzato in demagogia – che se non ci
sarà un referendum il prossimo 22 ottobre non ci sarà mai più in futuro alcuna
possibilità di unire queste due città.
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