L’articolo
del’11 marzo scritto dal giornalista Adriano Mollo su “Il Quotidiano della
Calabria” dal titolo “Macrolotto 106,
Armani rassicura, Entro luglio sui parte con i cantieri” nasconde nel
titolo un significato che, nel corpo dell’articolo, è destinato a scomparire. Il
presidente dell’Anas Spa Armani, parlando ad una delegazione dei sindaci dell’alto
jonio, avrebbe spiegato “le difficoltà emerse dopo che è stato chiesto di
modificare il progetto originario che era stato già finanziato nel 2007. Armani
ha spiegato – continua l’articolo – che il suo obiettivo è quello di aprire i
cantieri entro luglio, ma realisticamente
ci vorrà fine anno per lungaggini burocratiche. Due i passaggi tre le
questioni aperte: una nuova conferenza dei servizi, un parere del ministero
delle Infrastrutture e il via libera del Cipe”.
In verità
occorre dire che Armani, presidente di una Anas Spa sempre più in odore di corruzione
e di illeciti, è certamente molto ottimista. È un dato di fatto che il progetto
in questo momento è al vaglio (l’ennesimo!), del Consiglio Superiore dei Lavori
Puibblici dal quale uscirà (ottimisticamente a maggio), molto realisticamente a
giugno per entrare nella Conferenza dei Servizi che era stata chiusa il 28 luglio
del 2014 ed ora verrà riaperta (ottimisticamente a luglio), molto
realisticamente a settembre o ottobre.
In
seno alla nuova Conferenza dei Servizi saranno effettuati dei “tagli” al
progetto nell’ottica di una “spending review” che – a parere del Ministero alle
Infrastrutture – si rende necessaria perché il progetto non può costare 1.460
milioni di euro ma, al massimo, 1.200. Quello che la delegazione dei sindaci
avrebbe potuto chiedere ad Armani è molto semplice: perché è necessaria un taglio al progetto se è già disponibile un
finanziamento di 512 milioni (Piano Pluriennale Anas Spa 2016-2019), più i 970
milioni di euro già disponibili da tempo?
La
risposta sarebbe stata molto chiara ma anche molto amara. Perché tutti – tranne
i sindaci – sono a conoscenza del fatto che i 970 milioni oggi non sono più
quelli e che nei mesi scorsi sono
state detratte parte delle risorse ora divenute 700 milioni circa che, sommati
ai 512 milioni del Piano Pluriennale, fanno ottenere, appunto, i 1200 milioni
che il Governo vuole investire sul 3° Megalotto.
Riteniamo
innaturale che dei sindaci siano da sempre meno informati di una Associazione
riguardo al progetto del 3° Megalotto ma evidentemente ciò è dovuto al fatto
che non hanno mai richiesto informazioni alle istituzioni poiché hanno sempre
preferito informarsi dalla politica politicante o, come nell’ultimo caso, dal
presidente “ottimista” dell’Anas Spa Armani.
La riapertura della Conferenza dei
Servizi sposterà l’avvio dei lavori realisticamente (l’ottimismo lo lasciamo agli
sciocchi), almeno alla fine del 2017. Senza contare che i tagli sul progetto
porteranno – a nostro avviso – più di un sindaco che oggi su Facebook rivendica
un “cauto ottimismo” ad obiettare scelte e decisioni relative a modifiche e
tagli sul progetto.
Riteniamo,
quindi, necessario stabilire già da ora, precise responsabilità politiche:
quelle di chi rispetto alla possibilità di realizzare il progetto uscito dalla
Conferenza dei Servizi del 28 luglio del 2014 oggi avalla e subisce l’idea dei
tagli e delle modifiche al progetto e, soprattutto, della dilatazione dei
tempi. Loro e soltanto loro saranno
responsabili del fallimento di un progetto che Anas Spa e Governo vogliono
certamente realizzare (in economia), con modalità e tempi che riteniamo
certamente insopportabili, irricevibili e, soprattutto, fuori dalla realtà.
Il
Direttivo dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”
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