PUGLIESE A TG1: L’INCIDENTE DI OGGI A
VILLAPIANA È CAUSA DELL’INERZIA DELLA BUROCRAZIA ITALIANA INCAPACE DI AVVIARE LA
NUOVA S.S.106 NELL’ALTO JONIO, DEI
PARLAMENTARI CALABRESI A ROMA CHE NON OTTENGONO RISULTATI CONCRETI ANCHE MINIMI
E DEI CITTADINI DELL’ALTO JONIO INDIFFERENTI AI PROBLEMI SULLA SICUREZZA
STRADALE E SULLA MOBILITÀ.
«L’incidente gravissimo avvenuto
questa mattina a Villapiana ha delle chiarissime responsabilità che sono
riferibili solo e soltanto all’inerzia di una burocrazia che è incapace di far
fronte ai reali, seri ed urgenti interessi generali quali ad esempio i lavori
per il 3° Megalotto della S.S.106 tra Sibari e Roseto, 1,5 miliardi di euro già
pronti per essere investiti su una strada moderna e sicura e che, invece, per chissà
quale motivo non partono».
È quanto dichiarato oggi in una
intervista alla RAI poi trasmessa al TG1 sul canale nazionale dall’Ing. Fabio
Pugliese Presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106
dopo il gravissimo incidente di questa mattina sulla S.S.106 a Villapiana che
ha visto lo scontro tra una autoambulanza ed un autoarticolato causando 3
vittime di cui una, pare essere in gravi condizioni.
«Ritengo che sia inammissibile – dichiara
Pugliese – anche dopo il rapporto Svimez che il Presidente del Consiglio Matteo
Renzi sostenga “il piano per il sud” dopo aver preso in giro i calabresi con la
fantomatica “cabina di regia per la
Calabria” se poi lo stesso Governo non riesce ad investire i
soldi che già sono pronti sulla famigerata “strada della morte”».
«Per non parlare – continua Pugliese
– dei parlamentari calabresi a Roma che non sono capaci in nessun modo di
interloquire con il Ministro alle Infrastrutture Delrio per portare “a casa” il
3° Megalotto della S.S.106, un risultato anche minimo e, se vogliamo, ridicolo:
l’avvio di un progetto perfetto e fondamentale per la sicurezza stradale e la
mobilità che è già finanziato e deve solo essere avviato peraltro al più
presto!»
«Voglio altresì ribadire –
conclude Pugliese – che il silenzio assordante del popolo dell’Alto Jonio in
merito a queste vicende non è più tollerabile: manca una coscienza collettiva e
soprattutto la volontà di quel popolo di capire che questa strada non è loro ma
è di tutta la regione e, soprattutto, di capire che senza azioni eclatanti non
si potrà ottenere mai nulla!»
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