martedì 14 aprile 2015

La delusione per la sentenza sul caso del piccolo Matteo è unanime nel gruppo “Basta Vittime Sulla S.S.106”




Migliaia di calabresi increduli ed indignati per la sentenza che condanna l’assassino del piccolo Matteo ad una pena di 2 anni e 4 mesi. In molti dichiarano di non avere più fiducia nella giustizia. L’Associazione “Basta Vittime Sulla S.S.106” si dice delusa. Numerosi gli attestati di solidarietà e di affetto alla Famiglia.

Sono migliaia i calabresi che nel gruppo “Basta Vittime Sulla S.S.106” (presente nel noto social network Facebook), commentano increduli la “sentenza shock” emessa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che ha condannato il “pirata della strada” Epurei, che ha ucciso il piccolo Matteo Battaglia di 11 anni, ad una pena di 2 anni e 4 mesi.

All’incredulità si somma l’indignazione popolare ampiamente condivisa dai tantissimi calabresi che da quando è stata annunciata la sentenza continuano incessantemente ad esprimere la loro contrarietà ad una sentenza che risulta incomprensibile.

L'Associazione "Basta Vittime Sulla Strada Statale 106" ha sempre rispettato (e continuerà a rispettare), le sentenze ma non rinuncia ad esternare la propria profonda delusione circa una sentenza che vede condannato per meno di 30 mesi chi ad una velocità spropositata e sprovvisto di patente (sequestrata mesi prima poiché in stato di ebbrezza), avrebbe meritato una pena esemplare e senza nessuna attenuante.

Nel gruppo (che ricordiamo ha oltre 25.000 aderenti), la delusione è unanime e coinvolge tutti: giovani, anziani, uomini, donne. Tutti increduli, indignati e sgomenti per una scelta che risulta incomprensibile e che – scrivono in moltissimi – “non rende giustizia alla memoria del ragazzo”.

Gli stati d’animo sono chiari: nessuno, in verità, pretendeva una pena eccessiva ma ci si attendeva (come minimo…), il massimo della pena prevista in questi casi che, purtroppo, non c’è stata. Tantissimi commenti, a tal proposito, di quei cittadini che dichiarano di non aver più nessuna fiducia nei confronti della giustizia.

Commoventi e numerosissime, infine, gli attestati di affetto, di vicinanza e di sincera solidarietà delle migliaia di iscritti alla Famiglia del giovane Matteo ed in particolare alla mamma, ai nonni ed agli zii a cui è unanime l’appello a “non mollare”, ad “andare avanti” e, soprattutto a “non scoraggiarsi”.

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