È di oggi l’intervista concessa a Nòtia.it il Quotidiano del Mezzogiorno
dall’Ing. Fabio Pugliese presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla
Strada Statale 106”. Nell’intervista dal titolo “La
Calabria perde i
finanziamenti per l’ammodernamento della Statale 106" Pugliese conferma che «ben 1.450 milioni
di euro destinati per la realizzazione della Nuova S.S.106 in Calabria
per l’ammodernamento del 3° Megalotto che avrebbe collegato Sibari a Roseto sono in procinto di essere destinati
alla realizzazione di una grande opera al centro oppure al nord Italia».
Tanta l’amarezza del presidente Pugliese che ha poi ricordato le parole pesanti
che lunedì sera ha dichiarato su Rai Uno il Presidente dell’Autorità Nazionale
Anticorruzione Dott. Raffaele Cantone a proposito della S.S.106 affermando che «il malaffare diventa l’alibi per non
farle poi le infrastrutture» necessarie ed una Calabria che senza di
queste «non potrà mai andare avanti». A chi lo intervista e gli chiede se le
responsabilità sono solo ascrivibili al Governo Nazionale Pugliese risponde che
«in questo “omicidio” c’è anche il concorso dei “potentati” presenti nell’alto
ionio che non volevano la
Nuova S.S.106, qualche parlamentare calabrese che ha promosso
interrogazioni contro la
realizzazione di questo progetto, qualche burocrate romano, il tutto
purtroppo condito da una certa “stampa” asservita agli amici oppure agli amici
degli amici per promuovere campagne di disinformazione o per occultare a danno
solo e soltanto della verità». In pratica, il mancato ammodernamento della
S.S.106 – secondo Pugliese – ha «un
“braccio” romano e da una “mente” che è qui in Calabria». L’intervista
viene conclusa con una ultima domanda sul valore della vita e qui, il
presidente Fabio Pugliese, risponde affermando che in Calabria «vale meno delle
inutili e fuorvianti motivazioni che hanno più volte diffuso nell’alto ionio
presunte “associazioni” e “comitati”. Vale meno di una parola che poteva essere
spesa da chi doveva ed, invece, non ha voluto. In Calabria, questo è l’amaro destino, la vita non vale nulla: per
questo la vita prende un treno oppure un aereo e corre lontano a cercare il
lavoro che qui non c’è, a costruirsi una famiglia e, più in generale, un futuro
che qui in Calabria non ci sarà mai perché, appunto, destinato a morire.
In Calabria, l’unica cosa che ha valore, questa vicenda ne rappresenta una
valida conferma, è la morte. La morte civile».
0 commenti:
Posta un commento