martedì 23 giugno 2015

Ennesima gravissima tragedia sulla S.S.106 nell’alto jonio




L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” apprende con rammarico l’ennesimo tragico incidente sulla S.S.106 a Trebisacce nell’alto jonio cosentino. L’incidente è avvenuto a pochi chilometri di distanza dal luogo in cui il 28 luglio del 2013 un autoarticolato si scontrava con un autobus proveniente dalla Svizzera provocando decine e decine di ferite e due vittime: Clelia Andali di 57 anni ed il piccolo Leonardo Gualandris di 12 anni. L’incidente di oggi ha visto lo scontro tra una autovettura ed un scuolabus pieno di bambini. Per fortuna pare che l’incidente non avrebbe causato alcuna vittima ma solo 8 feriti tra cui 4 bambini e di questi uno è grave.

L’incidente avvenuto pochi minuti fa a Trebisacce sulla S.S.106 – afferma Fabio Pugliese presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – desta in me preoccupazione e speranza. La preoccupazione di chi, dal suo speciale osservatorio evidenzia la grandissima pericolosità di una arteria viaria definita dall’Istat la “strada più pericolosa d’Italia” e la speranza che il bimbo gravemente ferito possa riprendersi presto e ritornare sano e salvo a casa insieme agli altri feriti.

Non ho alcun problema ad affermare – dichiara il presidente – che il pericolosissimo incidente di oggi deve servire da monito nei confronti di quanti ancora si ostinano a non voler capire che nell’alto ionio l’ammodernamento del 3° Megalotto della S.S.106 tra Sibari e Roseto non è solo una infrastruttura legata allo sviluppo, al progresso ed al lavoro ma è soprattutto un’opera legata alla difesa ed alla tutela della vita di tutti e dei giovani in particolare.

Diffido – conclude Pugliese – da quanti sosteranno senza alcuna vergogna e senza alcuna coscienza che strumentalizzo quanto accaduto oggi per difendere una causa giusta in cui credo insieme all’Associazione che presiedo: oggi potevano morire dei giovani ragazzi così come sono deceduti in passato e come certamente moriranno domani se questa “strada della morte” non cambia! Ed anche se noi, noi tutti, noi come intera comunità calabrese, ci riteniamo assolti con il nostro silenzio siamo pur sempre coinvolti. Lavoriamo, quindi, affinché possa essere realizzata una strada nuova, moderna e degna di una comunità civile, guardiamo all’interesse generale e diciamo con i fatti e non solo con le parole: basta vittime sulla S.S.106!  

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