In
riferimento all’appello-denuncia diramato ieri dall’Associazione “Basta Vittime
Sulla Strada Statale 106” circa la necessità da parte della Magistratura
calabrese di avviare una indagine finalizzata al sequestro dei 415 chilometri
di S.S.106 alcuni organi di stampa online hanno ritenuto di dover pubblicare la
notizia assumendola come una “provocazione”.
Sulla
vicenda interviene il Presidente dell’Associazione Ing. Fabio Pugliese che
dichiara subito il suo personale apprezzamento
per «il Pubblico Ministero che ha deciso il sequestro della galleria della
Salerno-Reggio dopo aver letto la relazione dai consulenti tecnici
della Procura in ordine alla pericolosità del tratto autostradale sulla quale
hanno perso la vita cinque persone che ora attendono verità e giustizia”».
«Ovviamente
condivido la riflessione del Direttivo dell’Associazione – continua Pugliese –
quando auspica che possa essere presto intrapresa anche una indagine da parte
della Magistratura sulla S.S.106 anche perché l’ultima, quella aperta dalla procura di Crotone l’8 gennaio del 2010 sulla
pericolosità e sulle criticità della strada Statale 106 Ionica dal Procuratore
della Repubblica Raffaele Mazzotta è morta e sepolta o, peggio, insabbiata chissà per quali ragioni...!».
«È necessario – continua Pugliese –
aprire un’altra inchiesta per evidenziare le ragioni per le quali
abbiamo dei tratti di S.S.106 dove si verificano puntualmente dei sinistri con
una cadenza costante e periodica che provocano vittime e feriti. Occorre
assumere scelte dirimenti ed anche non semplici quali ad esempio il sequestro
dell’intera S.S.106 se questa non è a norma perché priva di illuminazione,
guard rail, accessi a raso abusivi ed illegittimi, sede stradale non mantenuta,
ecc. Ed è altrettanto necessario che
l’attività inquirente chieda conto all’Ente responsabile della strada affinché
siano chiarite tutte le responsabilità di questo autentico scempio ai
più noto come la “strada della morte”».
«La S.S.106 – conclude Pugliese –
è complessivamente colma di gravi difetti strutturali che negli anni sono
aumentati a seguito dei nuovi interventi dell’Anas Spa che di fatto, in alcune
circostanze, ne ha peggiorato (e non migliorato!), la sicurezza ed è per questa
ragione, e non certo per una provocazione, che auspico che la
Magistratura possa avviare una seria inchiesta anche sulla
“strada della morte” al fine di onorare la memoria delle tante, troppe
vittime che sull’asfalto di questa strada hanno perso la vita ed hanno
distrutto quella dei loro cari che oggi piangono la loro perdita».
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