giovedì 10 agosto 2017

Fusione utile per la S.S.106




In questi ultimi giorni assistiamo con grande soddisfazione alle ormai pubblicazioni della Direzione Generale di Anas Spa che avviano le operazione preliminari dell’ormai definitivamente approvata realizzazione della nuova S.S.106 che collegherà Sibari fino alla già ammodernata Montegiordano – Taranto.

Solo i più disattenti non capiscono la straordinaria importanza di quest’opera: la S.S.106 ammodernata fino a Sibari crea quelle condizioni necessarie e sufficienti per poter pretendere l’ammodernamento anche a Sud di Sibari prima impensabile per uno Stato che chiaramente e, giustamente, non ha mai inteso ammodernare la S.S.106 a macchia di leopardo.

In questo contesto straordinario grandi attese sono riposte nella fusione Corigliano Calabro – Rossano. È chiaro ed evidente che sarà molto più semplice ottenere il finanziamento della Sibari – Cariati per i vari comuni se a guidarli è un capofila con 80.000 abitanti ed una estensione territoriale che sarà attraversata da circa un terzo dell’intero percorso della nuova infrastruttura.

Per questa ragione l’Associazione è fortemente preoccupata dalle recenti posizioni sulla fusione tra Corigliano e Rossano. Siamo convinti, inoltre, che seppure la legge elettorale possa avere dei limiti (la perfezione non esiste), questi ormai sono sulla carta, com’è sulla carta, l’impegno dei due consigli comunali a richiedere il referendum che ormai è stato ottenuto ed è previsto il prossimo 22 ottobre.

Se i cittadini di Corigliano Calabro e Rossano riterranno questa legge elettorale inadeguata e carente, se riterranno la proposta di unire le due città inopportuna ed inutile, se riterranno più semplicemente restare rossanesi e coriglianesi, il 22 ottobre voteranno al referendum con il “no”, facendo capire a quanti sono per il “si” che non hanno gradito procedure, legge elettorale e contenuti da loro proposti.

Revocare, invece, la delibera sulla fusione così come tentare attraverso il TAR oppure una qualsiasi altra via la possibilità di impedire al popolo di scegliere le proprie sorti è la decisione di colpire un territorio che vede Rossano mai quanto oggi fortemente indebolita e Corigliano Calabro – proprio grazie a questa scelta – pronta ad intraprendere una strada che nei prossimi anni la porterà nelle medesime condizioni della città bizantina se non peggio.

Quanti si dichiarano favorevoli alla fusione tra la città bizantina e quella ausonica ma non alle regole attuali lasciano l’Associazione senza parole: non c’è traccia alcuna di un lavoro che li ha visti partecipi quando le regole si stavano scrivendo. Anche per questa ragione non stupisce che questi finti favorevoli siano oggi impegnati solo a fermare il referendum del 22 ottobre e, quindi, ogni processo di fusione definitivamente.

In ultimo l’Associazione plaude alla proposta dell’On. Giovanni Dima sulla ZES che potrebbe valorizzare tutto il territorio soprattutto se consideriamo che tra qualche anno il Porto di Corigliano sarà fornito da una nuova S.S.106 (già da Sibari), che permetterà alle merci (e non solo), di collegarsi subito al corridoio adriatico per approdare con grande facilità in Europa.

Anche qui, però, colpisce l’incapacità di comprendere quanto la fusione tra Corigliano e Rossano possa rendere più facile, reale ed immediata la nascita della ZES nel nostro territorio di quanto possa renderla la fusione utopica di Rossano con Corigliano e Cassano all’Ionio atteso che è chiaro ed evidente a tutti – tranne a chi è specializzato in demagogia – che se non ci sarà un referendum il prossimo 22 ottobre non ci sarà mai più in futuro alcuna possibilità di unire queste due città.

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