NUOVA S.S.106: L’INUTILE CORIGLIANO
ROSSANO BATTUTA DALLA MEDIOCRITÀ DI UN CONSIGLIERE
di Fabio Pugliese
Presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla
Strada Statale 106”
“La
coscienza collettiva – secondo Émile Durkheim – può manifestarsi nelle diverse
società con maggiore o minore intensità, regolata
dal grado di solidarietà che si instaura tra i membri di ciascuna di esse”.
In
parole poverissime: se una strada in Calabria, con una estensione di 415 chilometri ,
provoca dal ’96 ad oggi oltre 10.500 sinistri, oltre 25.000 feriti molti dei
quali con danni permanenti ed almeno 700 vittime può accadere che sul tema nasca una forte coscienza collettiva
oppure che ciò non avvenga.
Nasce
se la società in Calabria riesce a maturare un forte sentimento di solidarietà nei confronti di quei membri che
sono colpiti dalla famigerata e tristemente nota “strada della morte”.
Non nasce se, invece, ciò non accade. Oppure se il sentimento di solidarietà si
manifesta in modo sporadico ed effimero: magari alla presenza di un fatto
tragico.
La
conoscenza, invece, non è come un litro di latte che, quando non c’è, si può
ricorrere al supermercato per acquisirlo. Perché la conoscenza è innanzitutto
una continua ricerca che richiede lavoro, impegno e sacrificio. Quando si dice che si è competenti su un
tema, ad esempio, si afferma che si conosce molto (non tutto), di ciò di cui si
parla.
La
competenza, dicevo, è un impegno a cui ognuno di noi non può rinunciare: perché
solo attraverso una continua e costante ricerca ogni persona affina ed esplica
le sue molteplici doti di animo, rende più umana la propria vita, concorre con il proprio contributo a
migliorare la società civile, mediante il progresso del costume e delle
istituzioni ed, infine, matura ogni grande esperienza e aspirazione utile alla
crescita di tutto il genere umano.
Nel Consiglio Comunale di
Corigliano Rossano del 29 luglio scorso sono tre i fatti evidenti:
Il
Primo: c’è l’approvazione di un ordine del giorno che semplicemente propone al
Consiglio di impegnare il Sindaco della terza città della Calabria di chiedere
con un atto formale al Ministro delle Infrastrutture quando partiranno i lavori
di un’opera bloccata per una volontà
politica precisa nonostante questa sia già totalmente finanziata da
anni, approvata ed oggi anche con un progetto esecutivo. Pertanto, bastava leggere per capire che le
scelte sono semplici e scontate: si
può votare a favore solo se si ha il desiderio di capire tempi e modi previsti
per l’avvio dell’Opera oppure si può votare contro solo se ciò non interessa.
Il
Secondo: ben 24 Consiglieri votano a favore mentre solo uno vota contro. È un
fatto importante che ben 24 Consiglieri, che ringrazio davvero di cuore, hanno
approvato con il loro voto favorevole la mozione. Però è un fatto che non può e non deve passare inosservato che uno
solo vota contro poiché disinteressato a capire tempi e modalità di avvio
dell’Opera.
Il
Terzo: il consigliere contrario rivendica le sue motivazioni sostenendo che
sull’Opera c’è una “certa diffidenza legittima
in una parte della cittadinanza”, afferma che sull’Opera sarebbe necessario
dar vita ad un tavolo tecnico “per
concordare con il territorio intero i
termini e le prescrizioni della grande opera” e conclude che
l’Opera può “rappresentare una enorme cicatrice al paesaggio e al
patrimonio ambientale della nostra Sibaritide”.
Non
solo, ma è implicita nella sua motivazione, la convinzione che i suoi colleghi,
che hanno votato tutti a favore, concorrono, a “distruggere il nostro
territorio con un semplice errore” poiché le questioni che
riguardano l’Opera non possono essere liquidate “con un semplice consigliere ormai è tutto fatto" e sostenendo
che “la concertazione con il territorio
che in queste modalità subisce la "grande opera" è una prassi obbligatoria
nel 2019” e conclude affermando che “l'approssimazione amministrativa avuta
con la fusione si ripresenta all'interno di questa problematica”.
Bene!
Parto da quest’ultima affermazione con una riflessione: che la fusione sia nata all’insegna dell’approssimazione è ormai un
fatto conclamato se esiste un consigliere che vota contro ad una
banalissima mozione che nulla, ma proprio nulla, ha a che vedere con un’Opera
già finanziata e di cui si ha un progetto approvato a seguito di una
concertazione durata per 20 anni e su cui hanno avuto modo di esprimersi 3
Ministeri, 8 Comuni, una Provincia, una Regione e l’intero Consiglio dei
Ministri di questa Repubblica.
Sostenendo
– sia chiaro – che l’Opera non arreca nessuna “cicatrice al paesaggio e
al patrimonio ambientale” con due pareri: quello del Ministero all’Ambiente
e, nello specifico, della Commissione VIA-VAS e quello del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali. Pareri che qualcheduno avrebbe potuto leggere e conoscere
prima di intervenire in modo inopportuno in una questione ormai battuta dalla
storia con due
Delibere CIPE ormai già pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana…
Nelle
mie qualità di Presidente di una Associazione che pubblicamente ha affermato la
necessità della fusione tra Corigliano Calabro e Rossano intendo chiedere scusa. Le mie scuse sincere sono dovute a
chi pensava che il progetto della città unica potesse essere utile per
l’interesse generale a prescindere
dalla classe dirigente eletta.
Invece,
è il contrario: i processi più nobili sono destinati a fallire se a guidarli – anche tra le fila della minoranza
consiliare – c’è gente politicamente impreparata ed incapace, priva di
coscienza e, quindi, non idonea a far nascere quella coscienza collettiva di
cui questo territorio ha fortemente bisogno. Anche per questo sono vicino agli altri componenti della
minoranza consiliare e, ancor
di più, alla maggioranza se nella minoranza c’è questo esempio di
rappresentanza…
Per
questo ritengo che dal Consiglio Comunale del 29 luglio di Corigliano Rossano
deve nascere una consapevolezza forte soprattutto da chi ha contributo a far
nascere questa realtà, compreso il sottoscritto. Una responsabilità più grande
ormai imprescindibile: occorre lottare
e combattere con tutte le forze contro la mediocrità.
Se il consigliere contrario si
dimette, io ovviamente lo invito pubblicamente a farlo,
sarà un buon inizio, altrimenti il destino sarà segnato e lunga ed irta sarà la
strada verso quella “città
normale” che la maggioranza dei cittadini ha scelto di premiare con il voto ma
che solo un irresponsabile, politicamente impreparato ed incapace, privo di
coscienza e, quindi, non idoneo a far nascere una coscienza collettiva, può rovinare per sempre.
Perché quando tutti controllano il
pozzo per custodirne l’acqua, basta solo uno, uno solo,
per avvelenare il pozzo ed uccidere tutti. Così
come è vero che da una grande unione può derivare una grande forza ma anche una
grandissima debolezza.
Detto
ciò auguro a tutti buona fortuna e spero
davvero di cuore che lo stesso rispetto che destino alla scelta del consigliere
contrario - che ovviamente non condivido – possa essere destinata alla mia
riflessione in riferimento al progetto, ormai inutile, di Corigliano
Rossano.
31 Luglio 2019
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