Nelle scorse settimane l’Associazione
“Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ha registrato un vivo dibattito, che
per la verità non è ancora spento, sui lavori di Messa in Sicurezza nel basso
jonio cosentino. Anche dopo l’episodio di qualche giorno fa che ha visto un autoarticolato uscire fuori strada sulla
S.S.106 a Mandatoriccio e paralizzare il traffico veicolare sull’arteria viaria
per diverse ore il presidente dell’Associazione Ing. Fabio Pugliese
esprime alcune considerazioni.
«Sono molto contento che all’autista
dell’autoarticolato non sia accaduto nulla di grave – afferma Pugliese – così come
sono convinto che se anche nel tratto dove si è verificato l’incidente avessero
effettuato i lavori di messa in sicurezza l’autoarticolato non sarebbe uscito dalla carreggiata paralizzando il traffico per
ore».
«Questo episodio – continua Pugliese
– arriva puntuale come una coincidenza divina e ci permette di riaffermare che
è necessario l’ammodernamento della S.S.106 e che nel frattempo è fortemente necessaria una messa in
sicurezza della “strada della morte” ed anche se siamo consapevoli che
ciò implica un sostanziale ed ulteriore “rallentamento” della strada, pazienza:
meglio questo di un incidente con feriti o vittime».
«La verità – aggiunge Pugliese – è
questa: la strada Statale 106 ionica in Calabria è la strada più pericolosa d’Italia.
Pertanto ben vengano quei sistemi che certamente diminuiranno vittime e feriti
anche se ciò comporterà una peggioramento nella percorribilità per gli automobilisti che dovranno andare
necessariamente più piano».
«Io spero – conclude il presidente
– che i tanti che oggi si lamentano di questi interventi riescano prima o poi a
capire che è questo il destino della
S.S.106: un lento ma graduale “peggioramento” in termini di percorribilità
dovuto all’aumento dei tempi di viaggio in favore di un miglioramento radicale della
sicurezza. Se ciò accadrà e, quindi, se tutto questo sarà compreso fino in
fondo inizierà, ne sono certo, una nuova consapevolezza: occorre ottenere al
più presto una Nuova S.S.106!»
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