Il presidente dell’Associazione
“Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” Ing. Fabio Pugliese nella giornata di
ieri ha seguito una troupe della RAI (Radiotelevisione italiana), lungo la S.S.106 nell’ambito di un
servizio dedicato sulla “strada della morte”. Il viaggio è iniziato dalla sede dell’Agenzia Generale UnipolSai di
Rossano ed è proseguita fino a Cariati.
«Sono convito – dichiara Fabio
Pugliese – che la migliore risposta ad una tragedia come quella accaduta due
giorni fa sulla S.S.106 a Crotone non sia il silenzio ma il rumore. Quello
assordante dei media è ideale per meglio far comprendere i paradossi ed anche
le ingiustizie e le illegalità
presenti sulla famigerata strada della morte».
«Ritengo necessario – continua
Pugliese – far capire un paradosso: non si costruisce una Nuova S.S.106 da
Sibari a Crotone perché costa troppo per lo Stato che però spende di più in costi sociali per tutti i
sinistri, le vittime ed i feriti che si registrano lungo la “strada della
morte”. Questa è follia. È un paradosso!»
«Così come – afferma Pugliese –
seppure dobbiamo ammettere che sulla S.S.106 molto spesso la morte è causata da
una oggettiva responsabilità del conducente non possiamo certamente tacere rispetto alle innumerevoli illegalità
ed ingiustizie di cui questa importante arteria viaria è piena e che
concorrono pesantemente ad aumentare il numero delle vittime».
«Lo Stato – continua Pugliese –
rispetto a tutto ciò è assente: non
riesce ad uscire fuori dalla palude della burocrazia per avviare i lavori di
ammodernamento del Megalotto 3 che dovrebbe collegare Sibari a Roseto e
portare la Nuova S.S.106
(che è ferma in Basilicata), finalmente anche in Calabria e non fanno nulla, se non danni, coloro i
quali nello Stato sono stati eletti in Calabria per rappresentare le migliori
istanze di questo territorio in seno al Parlamento».
«Per questa ragione – conclude
Pugliese – occorre continuare a lottare ed a urlare ancora di più, ancora più
forte: affinché possano svegliarsi le coscienze ormai sopite dei tanti
calabresi disillusi e rassegnati all’idea che nulla potrà mai cambiare e che
tutto è destinato a rimanere com’è! Dobbiamo
cambiare, possiamo cambiare, riusciremo a cambiare! Basta solo volerlo, basta
solo prenderne coscienza!»
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