È ormai chiaramente delineato il
quadro drammatico con il quale il Presidente dell’Anas Spa (nominato da Renzi
in persona), ha deciso ed attuato con intelligenza e cinismo la fine del progetto del 3° Megalotto della
S.S.106 nell’alto jonio. Il neo presidente amministratore dell’Anas Spa
Gian Vittorio Armani, “telecomandato” dal Presidente del
Consiglio in persona, ha infatti ormai deciso che essendo disponibili
sull’opera solo 960 milioni di euro dei 1.460 necessari si dovrà realizzare un
nuovo progetto che sia in linea con le risorse attuali.
Ovviamente questa
è pura fantascienza. È evidente che una
riprogettazione costerebbe almeno 6 anni, la riapertura della conferenza dei
servizi e, soprattutto, sancirebbe la definitiva soppressione di
un’opera i cui fondi attualmente disponibili (960 milioni), non solo sono già
pronti da tempo ma da tempo sono pronti a finire in parte in altre opere del
Nord Italia ed in parte nelle tasche
del contrante generale Astaldi-Impregiro che senza fare nulla incasserebbe per
la legge obiettivo la grassa penale di un bando vinto e mai realizzato.
A tal proposito
l’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” intende ricordare che
nel 2013 proprio il contraente Generale Astaldi-Impregiro presentò ad Anas Spa
un progetto per la nuova S.S.106 nell’alto jonio di 1.060 milioni di euro. Solo 100 milioni di euro più costosa dei
fondi attualmente disponibili.
A seguito della
presentazione del progetto e della successiva pubblicazione online sul sito web
del Ministero all’Ambiente sullo stesso pervenivano delle osservazioni che furono denunciale solo e soltanto dalla Nostra
Associazione che chiarì come esse fossero strumentali. Il 100% delle
osservazioni, infatti, presentavano al massimo 5 formati, gli stessi ed
identici contenuti ed, inoltre, pervenivano
al 73% da persone non residenti e non aventi proprietà nell’alto jonio e, come
se non bastasse, di questi il 68% erano tutti turisti di Ferrara.
Tali osservazioni
– sulla quale dovrebbe indagare la procura della repubblica come ha giustamente
proposto il segretario della CGIL Angelo Sposato nella conferenza stampa di
venerdì 6 novembre a Roseto – hanno
avuto il “merito” di far aumentare i costi dell’opera che da 1.060 milioni è
passata a 1.460.
Se il Governo
Renzi che “manovra i fili” dell’Anas Spa e di Gian Vittorio Armani avesse davvero una volontà
politica chiara nel voler ammodernare il 3° Megalotto della S.S.106 avrebbe inserito nella legge di
Stabilità presentata a suon di trombe neanche 15 giorni fa inserito i 500
milioni che mancano per l’opera. Oppure avrebbe più semplicemente
imposto ad Anas Spa di realizzare il primo progetto presentato da 1.060 milioni
di euro. O più semplicemente avrebbe
imposto ad Anas Spa il rispetto delle regole e, quindi, l’avvio immediato dei
cantieri per un’opera che ha già il finanziamento del primo stralcio e
che è stata approvata da tutti gli Enti coinvolti nell’ambito di una Conferenza
dei Servizi conclusa il 28 luglio del 2014 e, soprattutto, di un iter
procedurale definitivamente concluso addirittura con il parere favorevole (e
non vincolante), del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Tutto ciò,
invece, non è avvenuto.
Queste le ragioni
per la quali l’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ritiene
che questo risultato – per come è maturato – non può che essere addebitato alla
politica calabrese. Un tempo avevamo Mancini e Misasi ma oggi, a Roma, c’è
davvero il nulla. Anche per questo riteniamo che un risultato di questa portata
sancisce la devastante sconfitta di
tutti i rappresentanti parlamentari a Roma (sempre troppo litigiosi e divisi e
poco disponibili a fare squadra per difendere gli interessi generali della
Calabria) ed in particolare quelli di maggioranza; del Pd calabrese inebetito dalle diatribe interne a tal punto da non
riuscire ad affrontare con determinazione e serietà i problemi più importanti
della Calabria ed incapace, inoltre, di dire anche una sola parola
sulla S.S.106 lasciando a Nicodemo Oliverio ed a Stefania Covello la
possibilità di aver promosso contro il progetto una interrogazione firmata insieme
ad Ermete Realacci; della Regione
Calabria che pur avendo un Presidente Oliverio che si è battuto per ottenere
l’opera per come ha potuto deve rassegnarsi alla più colossale sconfitta nella
storia registrata fino ad oggi da una amministrazione regionale in Calabria
anche per profonde e marcate responsabilità additabili esclusivamente ai
rappresentanti del Pd a Roma.
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