mercoledì 18 novembre 2015

Senza la Nuova S.S.106 più emigrazione, spopolamento, disoccupazione, povertà e sottosviluppo





L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” invia l’articolo dal titolo “La Calabria che verrà senza più la Nuova S.S.106” scritto dal presidente Ing. Fabio Pugliese e pubblicato dal settimanale “L’Eco dello Jonio”. L’articolo nasce dall’incrocio tra i dati Istat sull’emigrazione interna, il rapporto dell’ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) del 2015 ed i dati del Rapporto Svimez del 2015 ed ambisce ad indicare quella che sarà la prospettiva dell’alto jonio cosentino (che comunque non divergono dalle prospettive dell’intera regione), per i prossimi 15 anni.

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La Calabria nel 2015: Le strade sono sempre state sinonimo di civiltà, progresso ed economia florida. La Calabria ed alcuni calabresi (cittadini ma, spesso, anche politici), non possono pensare di fare un turismo degno di questo nome senza creare infrastrutture stradali, portuali ed aeroportuali. La strada si deve fare! Si deve fare per il lavoro che manca e che ora potrebbe ripartire. I comuni dell’alto jonio avranno 30 milioni di euro da spendere in opere compensative, manodopera della zona, possibilità di crescita per le imprese locali, ecc…
La Calabria nei primi mesi del 2016: È ufficiale: abbiamo perso un'opera nevralgica per lo sviluppo economico, turistico, socio-culturale della zona. E poi ci lamentiamo che non c è economia e lavoro. C’è almeno una buona notizia: abbiamo salvato i "pianori" (nonostante il tracciato passasse in 7 Km di galleria).
La Calabria nel 2025: Le prime pagine dei quotidiani locali sono dedicate alla devastante alluvione avvenuta nell’alto jonio cosentino. Oltre 600 millimetri d’acqua hanno dato vita ad una azione dirompente del mare e dei fiumi: spazzata via in diversi punti la linea ferroviaria e la strada Statale 106. Sembra di essere tornati all’ottobre 2015 quando una precipitazione analoga colpì la locride. Il sindaco di Amendolara (città più colpita), dichiara: “una sola nota positiva. Per fortuna non abbiamo costruito la nuova S.S.106 raddoppiando l’esistente altrimenti ora sarebbe in mare”.
La Calabria nel 2030: Interessante lo speciale della RAI andato in onda ieri sera sul primo canale e dedicato all’alto jonio cosentino. È un miracolo: finalmente i media nazionali si occupano di noi e parlano di ciò che oggi c’è in questa fetta di Calabria. Ho ascoltato con attenzione le parole del sindaco di Trebisacce: “l'emigrazione giovanile, in questa area, ha ormai raggiunto il 90%; l’ospedale di Trebisacce è definitivamente chiuso ma, almeno grazia alla nostra amministrazione, sono state confermate le uniche tre fermate dei treni nella nostra stazione (chissà ancora per quanto!), e siamo l’unico comune ad avere ancora un ufficio postale attivo tutto l’anno e non solo nella stagione estiva. Inoltre le nostre scuole hanno perso tre classi ma per fortuna resta vivo il plesso scolastico anche se tutto ciò che oggi c'è, domani rischia fortemente di non esserci più e la colpa, non c’è dubbio, non è nostra ma di chi ci ha preceduti”.
Avremmo dovuto puntare sul turismo di buona qualità - aggiunge il sindaco di Roseto Capo Spulico – che da noi non cresce anche per via della carente rete infrastrutturale mentre cresce a dismisura nelle regioni vicine. L’eccellenza a Castellaneta (Puglia), e poi a Policoro e Scanzano (Basilicata), dove ogni anno si registrano maggiori presenze turistiche anche di provenienza internazionale mentre da noi, anche per l’assenza di ferrovie e strade non solo non arriva più nulla da anni ma quello che abbiamo ogni anni continua a diminuire: segno evidente che anche il turismo cede il passo...”.
Eloquente anche l’intervista al dirigente dell’istituto omnicomprensivo: “l’alto jonio negli ultimi 5 anni ha perso 5 comuni nelle aree interne, ha un’età media per abitanti tra le più alte d’Italia e gli ultimi giovani sopravvissuti, quelli che quest’anno vanno per la maturità, appena conseguiranno il diploma andranno via per non ritornare mai più se non per qualche periodo dell’anno: le vacanze per le feste comandate e qualche giorno ad agosto fino a quando qui resteranno in vita i genitori. Credo di poter dire, che tra altri 5 anni, sarà difficile per le nostre scuole poter resistere in una terra di vecchi dove non nascono più giovani.”.

Il servizio della TV si chiude con una immagine eloquente: un sindacalista che urla e protesta con quattro vecchi in piazza Rinaldo Chidichimo, mentre il sindaco del M5S viene rimproverato per non aver rimesso la fascia nelle mani del Prefetto dai propri cittadini-attivisti (tutti uguali questi: una volta conquistata la sedia non la mollano e si dimenticano degli impegni presi!), e poco distante un deputato del Pd avanza promesse, rasserena tutti e dice “devo scappare a Roma” mentre sulla strada, un bambino, osserva un cippo funereo che ricorda una vittima della S.S.106: aveva 15 anni ed era uno dei tantissimi turisti di Ferrara.

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